Corpo e mente non sono due entità separate, sono parti di un tutto e si influenzano reciprocamente.
Oggi in ambito medico è largamente condivisa l’idea che benessere fisico e psicologico siano correlati e i fattori di natura psicologica sono ritenuti sempre più importanti nel determinare la comparsa di una malattia, nell’aggravarla, oppure, al contrario, nel favorirne la guarigione. Diversi studi hanno dimostrato, ad esempio, che l’abbassamento del tono dell’umore influenza in modo negativo la risposta del sistema immunitario agli agenti patogeni che lo aggrediscono
La psicosomatica è la branca della medicina che pone in relazione la mente con il corpo, occupandosi, nello specifico, di rilevare e capire l’influenza che le emozioni esercitano su di esso.
Cosa succede a chi soffre di un disturbo psicosomatico?
Chi soffre di un disturbo psicosomatico fatica ad entrare in contatto con il proprio mondo interiore e con il proprio disagio; le emozioni, pur essendo presenti, non vengono percepite e riconosciute. Queste persone, in genere, hanno un buon adattamento alla realtà, il loro modo di esprimersi e raccontarsi è sicuramente ricco di elementi (aneddoti, ricordi ecc), ma povero di emozioni: difficilmente riferiscono rabbia, paura, tristezza…
La sofferenza e le emozioni troppo dolorose, trovano una via di “scarico” nel corpo, che diviene il canale privilegiato per la loro espressione: il linguaggio scelto dal paziente per manifestare il suo disagio è il disturbo corporeo.
Le prime esperienze emotive vissute nel contesto familiare sono fondamentali per imparare modalità adeguate di espressione e gestione delle emozioni: in alcune famiglie le emozioni vengono filtrate in modo da evitare tensioni e conflittualità e mantenere una pseudo armonia nelle relazioni. In queste circostanze può essere difficile imparare a riconoscere le proprie emozioni, esprimerle e gestirle.
L’ipotesi che a scatenare i problemi fisici siano problematiche di tipo psicologico (emozioni, preoccupazioni, vissuti…) non è facilmente accettata da chi ne soffre, ma non bisogna dimenticare che ogni nostro singolo movimento e/o espressione è frutto dell’interazione mente-corpo. Può capitare che dopo una serie di analisi e interminabili cure, non si riscontri nessuna condizione diagnosticabile, dal punto di vista organico, a cui possano essere attribuiti i sintomi: non trovare un riscontro medico al proprio disturbo diventa fonte di ulteriore preoccupazione e senso di impotenza.
Disturbi “finti” o malattie vere?
I disturbi psicosomatici sono malattie vere e proprie che comportano danni a livello organico, causate o aggravate da fattori psicologici ed emozionali. Quando si sviluppa un disturbo psicosomatico, in genere, ci si trova in una situazione di disagio psicologico e/o di stress. Emozioni come rabbia, risentimento, tristezza, o preoccupazioni e pensieri negativi comportano un’eccitazione del sistema nervoso autonomo (sistema simpatico) che mantiene l’organismo in una condizione di emergenza continua, a volte per un tempo più lungo di quello che è in grado di sopportare e ciò può provocare danni agli organi più deboli.
Oggigiorno, con i ritmi di vita sempre più veloci ed il moltiplicarsi dei fattori di stress a cui ognuno di noi è sottoposto, le malattie psicosomatiche sono in netto aumento e rappresentano le reazioni estreme dell’organismo, inteso nella sua totalità corpo-mente, a problematiche di natura affettiva ed emotiva e alle pressioni di tipo socio-ambientale.
I disturbi psicosomatici possono riguardare l’apparato gastrointestinale (gastrite psicosomatica, colite spastica psicosomatica, ulcera peptica…), l’apparato cardiocircolatorio (tachicardia, aritmie, ipertensione essenziale…), l’apparato respiratorio (asma bronchiale, sindrome iperventilatoria…), l’apparato urogenitale (dolori mestruali, impotenza, eiaculazione precoce o anorgasmia…), il sistema cutaneo (psoriasi, acne, dermatite psicosomatica, prurito, orticaria, sudorazione profusa…), il sistema muscoloscheletrico (cefalea tensiva, crampi muscolari, stanchezza cronica, torcicollo, fibromialgia, artrite, dolori al rachide, cefalea nucale…).
Cosa si può fare?
Il trattamento dei disturbi psicosomatici presuppone, per prima cosa, l’esclusione di qualsiasi causa di natura organica e, successivamente, una valutazione psicodiagnostica al fine di escludere qualsiasi altra problematica psicopatologica. Il problema, infatti, potrebbe essere secondario ad un disturbo depressivo o ad un disturbo d’ansia: in questi casi è necessario orientare l’intervento al trattamento di questi sintomi.
L’intervento psicoterapeutico è finalizzato ad aiutare il paziente a divenire consapevole del disturbo analizzando i momenti in cui la sintomatologia si presenta con maggiore frequenza e a capire quali sono gli eventi attivanti e di mantenimento. Il terapeuta aiuterà la persona ad entrare in contatto con il proprio mondo interiore e a riconoscere le proprie emozioni. Il percorso terapeutico favorirà, inoltre, l’acquisizione di un “nuovo linguaggio” che permetterà alla persona di iniziare a nominare, esprimere e gestire le emozioni piuttosto che subirle.