La penetrazione dolorosa è un problema che affligge molte donne (fino a una donna su 4).
Inizialmente si identificava come Dispareunia (ricorrente o persistente dolore genitale duranti i tentativi di penetrazione o durante la penetrazione completa vaginale nel rapporto sessuale) o Vaginismo (persistente o ricorrente difficoltà della donna ad accettare la penetrazione vaginale del pene, di un dito o di un oggetto, nonostante l’espresso desiderio della donna di farlo).
Tuttavia, la nuova classificazione proposta dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5) ha raggruppato Dispareunia e Vaginismo sotto la stessa nomenclatura di Disturbo Genito-Pelvico e della Penetrazione.
Questa decisione evidenzia quanto questi disturbi sessuali siano connessi e non sempre chiaramente distinguibili a livello clinico.
Il Disturbo da Dolore Genito-Pelvico e della Penetrazione (DGP-P) viene classificato all’intero del DSM 5 come una disfunzione sessuale femminile caratterizzata dalla presenza persistente e ricorrente di uno o più dei seguenti problemi:
- Incapacità di avere una penetrazione vaginale durante il rapporto sessuale o per effettuare una visita ginecologica o nell’utilizzo di un assorbente interno;
- Marcato dolore vulvovaginale o pelvico durante il rapporto vaginale o in concomitanza di tentativi di penetrazione;
- Marcata paura o ansia per il dolore vulvovaginale o pelvico in previsione, durante o come risultato della penetrazione vaginale;
- Contrazione marcata o irrigidimento dei muscoli del pavimento pelvico durante il tentativo di penetrazione vaginale;
Le cause della penetrazione dolorosa
Per poter fare una diagnosi di Disturbo da Dolore Genito-Pelvico e della Penetrazione, i sintomi devono essere presenti da almeno sei mesi e causare un disagio clinicamente significativo.
L’eziologia del Disturbo della penetrazione dolorosa è multifattoriale è complessa. Infatti i fattori biologici, psicologici e relazionali si intersecano influenzandosi vicendevolmente, perpetuando e mantenendo la risposta al dolore della donna.
Schemi cognitivi, idee, preconcetti hanno origine da esperienze del passato e si riflettono nel presente influenzando e guidando i nostri vissuti e comportamenti.
Nelle donne con Disturbo da Dolore Genito-Pelvico e della Penetrazione, sono spesso presenti schemi cognitivi legati a paura, solitudine, rifiuto, giudicanti e critici.
Non è insolita la tendenza ad interpretare le esperienze sessuali negative come segno di incompetenza e fallimento personali. Cognizioni negative su se stesse e sul dolore possono modulare l’intensità dello stesso, portando la donna ad una ipervigilanza con tendenza a monitorare e porre costante attenzione alle sensazioni genitali che potrebbero segnalare l’insorgenza del dolore.
La paura del dolore porta dunque la donna ad evitare la penetrazione e spesso ad evitare contatti intimi in generale. Tutto ciò ha naturalmente conseguenze non trascurabili a livello relazionale con il partner.
Sarà dunque importante accogliere i partner e la loro relazione promuovendo la comunicazione in generale ma soprattutto la comunicazione sulla sessualità legittimando e accogliendo i vissuti di entrambi.
Possibili soluzioni
L’approccio terapeutico migliore per il Disturbo da Dolore Genito-Pelvico e della Penetrazione è di tipo multidisciplinare. La collaborazione fra ginecologo, Terapeuta/Sessuologo e Terapista specializzata in riabilitazione pelvica, risulta fondamentale per una efficace presa in carico della donna.
L’approccio terapeutico iniziale dovrebbe partire dalla psicoeducazione individuale e di coppia fornendo conoscenza sul disturbo e strategie comportamentali. Così facendo possono migliorare le sensazioni di paura e dolore durante il rapporto.
Per la donna saranno importanti esercizi di focalizzazione sensoriale individuali e in coppia utili a favorire la consapevolezza percettiva, la confidenza e la complicità con il partner.
Una terapia molto utile nel trattamento del Disturbo da Dolore Genito-Pelvico e della Penetrazione è la Terapia mansionale integrata (TMI).
La Terapia mansionale integrata è suddivisa in quattro aree di intervento:
- La conoscenza di sé: Conoscenza personale e comportamentale del proprio corpo e delle risposte sessuali attraverso l’esplorazione visiva, tattile e del proprio mondo interiore.
- La conoscenza di sé con l’altro: Il partner diventa uno specchio in cui osservarsi nei propri comportamenti, pensieri e relazioni.
- La conoscenza del proprio piacere e dei propri vissuti: Possibilità di sperimentare e scoprire il piacere sessuale nel suo aspetto individuale connettendosi con le proprie emozioni.
- La conoscenza dell’intimità di coppia: Esplorazione dei comportamenti utili a procurare piacere reciproco ed esposizione a livelli di intimità crescente (condivisione delle emozioni sessuali) per sperimentare la cooperazione e dunque la fiducia reciproca.
Lo scopo delle prescrizioni, ovvero esercizi che il terapeuta propone al singolo e alla coppia da svolgere a casa, non è di far provare piacere ma quello di creare uno spazio sicuro in cui concedersi di esplorare la propria sessualità sotto la guida del terapeuta. Il piacere arriverà quando la persona si concederà di provarlo.